Un bilancio del Piano Nazionale della Portualità e della Logistica dopo cinque anni. Cosa ha funzionato e cosa no
A cinque anni dalla approvazione del PNSPL è possibile fare una valutazione delle riforme da esso individuate. Ad oggi bisogna riconoscere che una parte molto significativa del PNSPL è rimasto inattuato. Le AdsP non hanno mai superato i confini regionali. Ancora, nonostante un avvio promettente, ha perso di ruolo la conferenza nazionale delle AdSP che avrebbe dovuto fissare i limiti e gli obiettivi delle singole AdSP. Sono ancora molto rari i PCS (Port Community Systems). Non si sono attivate riforme importanti per snellire la burocrazia portuale, come lo Sportello Unico, né la tanto attesa riforma delle concessioni delle aree portuali. Un’analisi delle ragioni dei ritardi accumulati porta a concludere che più che di un consapevole “tradimento” della riforma, si dovrebbe parlare di un fallimento attuativo. Il PNRR costituisce forse “l’ultima chiamata” per una vera riforma del sistema portuale italiano. Infatti il programma approvato individua e finanzia molti interventi che possono considerarsi “attuativi” del PNSP.